C’è una data certa. La seconda in ventun anni. Dopo quella di fondazione, il 22 settembre 1990, ora c’è quella del trasloco. Il prossimo 27 ottobre partiranno le faraoniche operazioni di trasferimento di macchinari, reparti e infine personale verso l’ospedale di Cona.
Parola di Gabriele Rinaldi, il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria arrivato a Ferrara con l’obiettivo preciso di tagliare quel nastro che la città attende ormai da quasi un quarto di secolo.
Ventun anni si diceva. Con in mezzo tre sindaci, che hanno a più riprese promesso di arrivare all’inaugurazione entro la fine del proprio mandato, inchieste penali (si attende per fine anno la chiusura dell’inchiesta sull’utilizzo dei materiali, con una ventina di indagati tra manager, dirigenti pubblici e imprenditori), cause civili in corso per 130 milioni di euro. Per non parlare dei soldi pubblici finiti in Valle Morte, questo il nome infausto del terreno in cui sorge il nuovo nosocomio ferrarese. Si calcolano costi per oltre 500 milioni di euro, una cifra decuplicata rispetto alle previsioni di partenza.
Ora il Pd locale è pronto a leccarsi i baffi per quello che lo stesso Errani intravede come il punto di eccellenza della sanità emiliano-romagnola. Ma il rischio di mordersi la lingua è dietro l’angolo. Sorvoliamo sulle infrastrutture per raggiungerlo, ancora in fase di realizzazione, sulla metropolitana di superficie bloccata in cantiere, sullo scontento di una gran fetta dei ferraresi (che impiegheranno più tempo per spostarsi a 7 km fuori dalle mura, dove è Cona) e sulla preoccupazione del personale che lamenta un deficit informativo interno (“non sappiamo ancora cosa andremo a fare nel nuovo ospedale”).
La pietra d’inciampo è il “cronoprogramma”. Si parte con il Dipartimento medico, che comprende Medicina interna universitaria ed ospedaliera, Clinica medica, Gastroenterologia, Malattie infettive, Geriatria, Ecografia, Diagnostica vascolare e il Day Hospital internistico, per un totale di 200-215 posti letto. In due giorni si conta di trasferire il 25% dei posti letto (che nella nuova struttura saranno 800). E poi via via a cascata tutti gli altri reparti. All’assemblea del personale Rinaldi ha promesso di chiudere la pratica entro natale, senza utilizzare le ferie di fine anno. In realtà da fonti aziendali si apprende il contrario: il trasferimento continuerà anche sotto i botti di San Silvestro.
Altro inconveniente: si è ancora in attesa della certificazione di agibilità della struttura da parte del Comune e di quelle sanitarie da parte dell’Asl: 80 faldoni trasportati in fretta e furia negli uffici competenti. La direzione dell’azienda sfoggia ottimismo. Si spera venga ripagato.
I problemi non sono ancora finiti. Un’ultima tegola che si preannuncia per gli utenti è quella dei parcheggi. Solo in un primo momento (“in una fase transitoria” come la definisce il dg) saranno gratuiti per chi si recherà in visita ai propri cari ricoverati. Dopo? Il direttore generale schiva il problema con una battuta: “sono stato criticato perché lasciandolo libero disincentiverei il trasporto pubblico…”.
Si confida nel senso dell’umorismo dei ferraresi, ai quali non manca la battuta facile. Il nuovo Sant’Anna (così si chiamerà la struttura per distinguerla dallo storico ospedale in centro città che diventerà una sorta di casa della salute a metà tra pubblico e privato) è già stato ribattezzato l’ “ospedale di Coma”.